Pri Filetu

Se volete arrivare al suggestivo paesino sloveno di Slope e al ristorante “Pri Filetu” da Trieste attraversate il confine di Pesek, e proseguite sulla strada E61 in direzione di Kozina, dove avrete due opzioni di viaggio: girare subito a sinistra in direzione Rodik, e da lì seguire le indicazioni per la nostra meta, o proseguire per Hrpelje e girare a sinistra a Tublje. Io e Davide di solito privilegiamo il primo percorso, che attraversa un fitto bosco di latifoglie, soprattutto in inverno: accostata la macchina in uno slargo sulla destra a circa metà strada si può scendere verso delle radure ideali per giocare con la neve e raggiungibili dal sentiero battuto. In quello spazio bianco incontaminato Valerio ha costruito più d’un pupazzo di neve, mentre noi esploravamo con lo sguardo quella particolare dimensione per gli occhi e per l’anima che un paesaggio innevato può suggerire. Nella stessa zona è naturalmente piacevole passeggiare anche nelle altre stagioni, quando le distese di neve si trasformano in prati sui quali correre. Una volta mi sono persa nel passaggio fra un sentiero e l’altro attraverso i prati: attenzione (mi permetto di suggerire per chi come me non ha il senso dell’orientamento incorporato l’utilizzo dell’applicazione per smartphone “Europe 3D”)!

Risaliamo in auto e arriviamo a Slope, e da “Pri Filetu”, seguendo l’indicazione che ci fa salire a sinistra, su una collinetta, fino al parcheggio del ristorante. Appena scesi dalla macchina ci si rende conto di quanto questo luogo è speciale: davanti allo sguardo si apre una vista con pochi eguali, resa ancora più suggestiva dalla presenza di un tiglio e di un grande recinto dove riposano magnifici cavalli. Nello spazio antistante il ristorante c’è un bel tavolo di legno dove ordinare immediatamente un aperitivo, mentre eventuali figli giocano negli scivoli e altalene del praticello sottostante. Periodicamente le gatte di casa producono gattini un po’ selvatici ma simpatici, anch’essi una buona attrazione per i più piccoli! All’esterno d’estate ci sono altri tavoli, ma frequentando il locale più spesso d’inverno, è là che vogliamo accompagnarvi, dove la vista del paesaggio non verrà interrotta, dato che la sala si affaccia sull’esterno con un’enorme vetrata. Ma rimaniamo dentro: dove troverete la signora Maria (secondo me) o Anna (secondo Davide) o chissà come si chiama veramente… ma al di là del nome la questione importante è che con fermezza vi imporrà un importante antipasto di salumi sloveni e formaggio di capra e un ottimo vino, e si assicurerà che mangiate in abbondanza e a scelta fra gnocchi, goulash, gallina, polenta con porcini e ogni ben di dio. Per farvi capire la sua benevola severità: un giorno ho lasciato nel piatto un avanzo. Con sguardo serio mi ha squadrata, ed esclamato con accento della zona: “ Ma varila come xe magra! Finisci tutto quel che xe in piatto!”. Naturalmente ho obbedito.

L’altro itinerario che vi proponiamo si trova sempre lungo la E61, girando a destra dopo Povzane, in direzione di Skandascina (mi scuso per i parlanti sloveno per l’assenza delle pipette e dei giusti accenti, che la mia tastiera mi rende complessi). Dopo qualche chilometro in macchina lungo una strada boschiva, potrete proseguire a piedi e arrivare prima ad un laghetto e poi in una vallata chiamata Jegno estremamente suggestiva per costruzioni agresti, flora e fauna. Là in seguito agli insegnamenti di mio marito sulle tracce ho individuato le mie prime feci (enormi) di lupo, probabilmente appartenenti a un esemplare del cosiddetto “gruppo Slavnik”. Da questa zona si può accedere (con fatica ma soddisfazione) alla cima del Monte Slavnik (o Taiano), attraverso uno dei tantissimi percorsi che conducono alla sua vetta, di cui vi racconteremo in seguito. Per il momento vi accenniamo al fatto che il rifugio di questa cima promette un altro buon pranzo!

Preadolescenza, castelli e tesori nascosti.

Portare un preadolescente a visitare antiche vestigia di castelli sotto il sole cocente dell’estate potrà costarvi una sequela significativa...