Il primo giorno di vacanza...
A malincuore quest’anno non siamo tornati in Istria, a settembre, come usiamo fare. Siamo andati a Grado, con l’idea di scoprire i percorsi ciclabili che offre. Mai pedalato tanto in vita mia… che faticoso piacere!
Ma facciamo un passo indietro, a giustificare il titolo di questo post. Nel centro di Grado, nei pressi dell’incrocio fra Piazza Duca D’Aosta e via Conte di Grado si trova La Botega, dove abbiamo pranzato il primo giorno di vacanza. L’idea era quella di pasteggiare “a cicchetti”, come si fa a Venezia quando si vuole risparmiare… i prezzi di Grado sono spesso “veneziani”, infatti! Il locale offre tartine molto gustose: noi abbiamo scelto un vassoio con 12 tartine e delle polpette (tutto di pesce): fenomenali, per il prezzo accettabilissimo di 22 euro. Si trattava di ordinare da bere; io suggerivo uno spritz a testa, o un quarto di bianco. Davide, ieratico, ha sentenziato: “Il primo giorno di vacanza va bene mezzo litro.” Era così serio che non ho potuto contraddirlo. Attenzione però, che il vino fa lievitare il prezzo, quindi tutto sommato, nonostante la saggezza dell’affermazione, consiglierei due spritz. Il locale è molto carino, con tavolini di legno e un’atmosfera raffinata, a differenza di quella del locale accanto, De la bira, molto più rustico, ma altrettanto gradito; ci siamo andati qualche giorno dopo, attirati proprio dall’impressione che non fosse necessariamente rivolto ai turisti. Non siamo rimasti delusi: bruschette per noi e un ottimo pollo con delle patatine strepitose per Valerio, birra alla spina di buona qualità e avventori del luogo. I prezzi sarebbero stati contenuti se la birra non fosse stata buona: diciamo che se ci si accontenta di due birre grandi e una bibita, in tre si può mangiare con 40 euro circa.
Ma torniamo alle ciclabili: una scoperta. Praticamente da Grado in bicicletta si può arrivare ovunque! La città è infatti caratterizzata da una rete di piste ciclabili interne e attraversata dalla Ciclovia Alpe Adria (che inizia a Salisburgo!) e dall’Adriabike (Kranjska Gora – Trieste; Koper – Venezia; Venezia – Ravenna). Naturalmente non abbiamo attraversato l’Alpe Adria, ma sognando di farlo abbiamo pedalato quel che le nostre gambe (soprattutto quelle di Valerio) ci permettevano. Il primo percorso che abbiamo coperto parte da Grado (nel nostro caso, Pineta) e arriva alla Riserva naturale del Caneo, passando per la riserva della Valle Cavanata (posti ottimi per gli uccelli, direbbe mio marito). Il tratto che collega le due riserve naturali è spettacolare. Una ventina di chilometri per andare, altrettanto per tornare… (alla sera ero a pezzi).
Il secondo percorso ci ha stupito ancora di più: la strada sulla diga che collega Grado alla strada che conduce ad Aquileia è affiancata da una ciclabile che offre una vista da sogno: praticamente si pedala sul mare per chilometri. Bisogna percorrere su strada solo pochi metri iniziali, nei quali prestare molta attenzione perché su un dosso e in curva (concetto che ripetevo a mio figlio in modo colorito mentre lo obbligavo a portare la bici a mano in quel tratto e a subire il mio urlo forsennato “stai a destra!”, che poi ho ripetuto giusto un centinaio di volte, quando in ciclabile da dietro arrivavano i Bartali della domenica). Alla fine della diga, il paesaggio muta in campagna, per poi addolcirsi, nelle prossimità di Aquileia, dove consiglio vivamente di visitare il Museo Archeologico Nazionale. Ho quasi trascinato sia Davide che Valerio, ma poi siamo tutti rimasti stupiti dalla ricchezza dei reperti che espone. Veramente, un’esposizione degna di quelle di città più grandi e famose. Se siete in zona, ma questa volta non in bici, di modo da poter caricare l'auto, fate una visita alle Cantine Ca’ Tullio, che si affacciano sulla statale all’ingresso di Aquileia: una struttura molto gradevole dal punto di vista estetico, che racchiude la sorpresa di vini d’ogni genere e prezzo (anche molto conveniente), sfusi, in bottiglia, in box da cinque o dieci litri, tutti di estrema qualità . Davanti a noi c’erano due signori sulla settantina, marito e moglie, che hanno acquistato dieci box da dieci litri di svariati tipi di vino, alcune bottiglie di spumante di pregio, e qualsiasi cosa capitasse sotto tiro alla signora (c’è della farina per polenta? La voglio. C’è una bottiglietta di grappa con una confezione regalo? Pure). Hanno fermato la fila, ma ci stavano simpatici: ci siamo chiesti in quanto tempo avrebbero consumato il tutto, con scommesse sulla quantità giornaliera: ipotizzavamo, quella del primo giorno di vacanza!
Ma facciamo un passo indietro, a giustificare il titolo di questo post. Nel centro di Grado, nei pressi dell’incrocio fra Piazza Duca D’Aosta e via Conte di Grado si trova La Botega, dove abbiamo pranzato il primo giorno di vacanza. L’idea era quella di pasteggiare “a cicchetti”, come si fa a Venezia quando si vuole risparmiare… i prezzi di Grado sono spesso “veneziani”, infatti! Il locale offre tartine molto gustose: noi abbiamo scelto un vassoio con 12 tartine e delle polpette (tutto di pesce): fenomenali, per il prezzo accettabilissimo di 22 euro. Si trattava di ordinare da bere; io suggerivo uno spritz a testa, o un quarto di bianco. Davide, ieratico, ha sentenziato: “Il primo giorno di vacanza va bene mezzo litro.” Era così serio che non ho potuto contraddirlo. Attenzione però, che il vino fa lievitare il prezzo, quindi tutto sommato, nonostante la saggezza dell’affermazione, consiglierei due spritz. Il locale è molto carino, con tavolini di legno e un’atmosfera raffinata, a differenza di quella del locale accanto, De la bira, molto più rustico, ma altrettanto gradito; ci siamo andati qualche giorno dopo, attirati proprio dall’impressione che non fosse necessariamente rivolto ai turisti. Non siamo rimasti delusi: bruschette per noi e un ottimo pollo con delle patatine strepitose per Valerio, birra alla spina di buona qualità e avventori del luogo. I prezzi sarebbero stati contenuti se la birra non fosse stata buona: diciamo che se ci si accontenta di due birre grandi e una bibita, in tre si può mangiare con 40 euro circa.
Ma torniamo alle ciclabili: una scoperta. Praticamente da Grado in bicicletta si può arrivare ovunque! La città è infatti caratterizzata da una rete di piste ciclabili interne e attraversata dalla Ciclovia Alpe Adria (che inizia a Salisburgo!) e dall’Adriabike (Kranjska Gora – Trieste; Koper – Venezia; Venezia – Ravenna). Naturalmente non abbiamo attraversato l’Alpe Adria, ma sognando di farlo abbiamo pedalato quel che le nostre gambe (soprattutto quelle di Valerio) ci permettevano. Il primo percorso che abbiamo coperto parte da Grado (nel nostro caso, Pineta) e arriva alla Riserva naturale del Caneo, passando per la riserva della Valle Cavanata (posti ottimi per gli uccelli, direbbe mio marito). Il tratto che collega le due riserve naturali è spettacolare. Una ventina di chilometri per andare, altrettanto per tornare… (alla sera ero a pezzi).
Il secondo percorso ci ha stupito ancora di più: la strada sulla diga che collega Grado alla strada che conduce ad Aquileia è affiancata da una ciclabile che offre una vista da sogno: praticamente si pedala sul mare per chilometri. Bisogna percorrere su strada solo pochi metri iniziali, nei quali prestare molta attenzione perché su un dosso e in curva (concetto che ripetevo a mio figlio in modo colorito mentre lo obbligavo a portare la bici a mano in quel tratto e a subire il mio urlo forsennato “stai a destra!”, che poi ho ripetuto giusto un centinaio di volte, quando in ciclabile da dietro arrivavano i Bartali della domenica). Alla fine della diga, il paesaggio muta in campagna, per poi addolcirsi, nelle prossimità di Aquileia, dove consiglio vivamente di visitare il Museo Archeologico Nazionale. Ho quasi trascinato sia Davide che Valerio, ma poi siamo tutti rimasti stupiti dalla ricchezza dei reperti che espone. Veramente, un’esposizione degna di quelle di città più grandi e famose. Se siete in zona, ma questa volta non in bici, di modo da poter caricare l'auto, fate una visita alle Cantine Ca’ Tullio, che si affacciano sulla statale all’ingresso di Aquileia: una struttura molto gradevole dal punto di vista estetico, che racchiude la sorpresa di vini d’ogni genere e prezzo (anche molto conveniente), sfusi, in bottiglia, in box da cinque o dieci litri, tutti di estrema qualità . Davanti a noi c’erano due signori sulla settantina, marito e moglie, che hanno acquistato dieci box da dieci litri di svariati tipi di vino, alcune bottiglie di spumante di pregio, e qualsiasi cosa capitasse sotto tiro alla signora (c’è della farina per polenta? La voglio. C’è una bottiglietta di grappa con una confezione regalo? Pure). Hanno fermato la fila, ma ci stavano simpatici: ci siamo chiesti in quanto tempo avrebbero consumato il tutto, con scommesse sulla quantità giornaliera: ipotizzavamo, quella del primo giorno di vacanza!