Sul Talm

Siamo di nuovo in Friuli Venezia Giulia, per la precisione in Val Pesarina, detta anche Valle del Tempo. Imboccata la statale numero 465 dal tratto di strada che unisce Ovaro a Comeglians, prima di Avausa giriamo a destra, a scoprire l’abitato di Sostasio, il cui nome sembra derivare da “sub statium”, ovvero stazione (romana) situata sotto l’anitca strada che conduceva al Comelico. Da questo paese ben esposto al sole e con un’architettura assolutamente rispettosa dei canoni tradizionali è possibile raggiungere in circa tre ore la cima del Monte Talm, quota 1093 metri, punto di osservazione e contemplazione estatica di un paesaggio a trecentosessanta gradi che abbraccia tutta la Carnia. Per i guidatori meno esperti è consigliabile lasciare l’auto in paese; altrimenti, con gran prudenza e preferibilmente con un mezzo adatto alle pendenze e alle strade sterrate, è possibile proseguire fino al divieto di transito e lasciare l’auto lungo la strada o nello spazio antistante il rifugio (attualmente chiuso). Per chi percorra il tragitto da Sostasio è d’obbligo uno sguardo al minuscolo abitato di Luc, sogno paesaggistico e incubo alla Stephen King: lo spaventapasseri che ghigna alle porte del paese semiabbandonato introduce all’atmosfera orrorifica di un luogo dove certamente abita il babau di queste parti, chiamato “il Boborošo”.
 L’ascesa al Talm è piuttosto faticosa, ma adatta veramente a tutti per ciò che riguarda la praticabilità (solo l’ultimo tratto, a ridosso della cima, richiede un po’ di attenzione, ma anche qua i miei canoni di estrema prudenza appariranno eccessivi ai più!).
Al rientro, è d’obbligo una tappa enogastronomica all’agriturismo Plan da Crosc di Croce, appena sotto Sostasio, dove a un prezzo che senza alcun dubbio vi stupirà positivamente potrete assaggiare il meglio della cucina carnica: gnocchi con (abbondante) burro e ricotta affumicata, cjarsons, polenta, frico, spezzatino, minestre della tradizione. 
Sempre partendo da Sostasio vi consigliamo un altro itinerario: sopra l’abitato di Luc vedrete l’indicazione del sentiero che conduce a Prico. È una camminata molto più “morbida” di quella per il Talm, in un bosco secolare dove non è difficile imbattersi in qualche cerbiatto, se si cammina in silenzio. Raggiunto l’abitato di Prico, potrebbe essere l’ora dell’aperitivo (cioè le 18, rigorosamente, che vuol dire non prima e soprattutto non dopo, nelle nostre regole familiari): vale la pena allora scendere a Prato Carnico, e poco prima del suo campanile pendente (la torre di Pisa della Valle!) raggiungere l’albergo, bar e ristorante Ai sette nani, dove da anni amiamo sederci all’esterno e goderci la vista dei monti antistanti. Le colorite esclamazioni dei locali che giocano a carte sono per fortuna solo parzialmente comprensibili per la parlata stretta del dialetto della Valle…





Preadolescenza, castelli e tesori nascosti.

Portare un preadolescente a visitare antiche vestigia di castelli sotto il sole cocente dell’estate potrà costarvi una sequela significativa...