Cockta, impressionismo e un appello ai più eruditi.

Siamo di nuovo in Slovenia. Lungo la strada che collega Divača a Rodik si può svoltare in direzione del paesino chiamato Dane. Quando comincerete a intravederlo vi affaccerete su una piccola valle deliziosa, con uno stagno sulla destra e un sentiero bianco che attraversa un paesaggio rubato a un quadro impressionista. In effetti, se sapessi dipingere, sarebbe questo uno dei luoghi dove mi recherei armata di cavalletto, tele e colori. Peccato che gli studi umanistici mi abbiano derubata di ogni manualità. Di solito la nostra meta è il ristorante “Osterija na Planinci”, dove ci accoglie un tripudio di gnocchi, porcini e griglia. Uno dei motivi per cui amiamo questo luogo è l’enorme vetrata che si affaccia su boschi e campi che è difficile descrivere, in special modo d’autunno, quando i colori del fogliame riempiono la sala del ristorante con la loro luce. I prezzi sono leggermente più elevati di quelli di altri ristoranti, ma la qualità del cibo e la vista valgono il piccolo sacrificio. Di solito si ha a che fare col giovane proprietario, molto cortese e dai modi urbani, ma a volte si ha la fortuna di incappare nel “boss” che, come la signora di “Pri Filetu”, ogni tanto regala perle di reale saggezza, con i modi diretti che io e Davide tanto apprezziamo! Una volta, ad esempio, Valerio stava bevendo la Cockta direttamente dalla bottiglietta, e lui si è avvicinato con espressione greve, ha scosso la testa e guardato nostro figlio dritto negli occhi: “Solo gli ubriaconi bevono dalla bottiglia”. Solo questo ha detto. Valerio, senza batter ciglio né rispondere, ha appoggiato la bottiglia sul tavolo. Il proprietario gli ha versato la bibita nel bicchiere, e senza dire nulla si è allontanato. Educazione d’altri tempi! 

Una nota sulla Cockta: si tratta di una bibita slovena, il cui principale ingrediente è il cinorrodo della Rosa Canina (l’ho scoperto ora, facendo qualche ricerca per questo pezzo, dopo anni di ignoranza!). La bevanda nacque negli anni Cinquanta nell’allora Jugoslavia, quale contraltare anticapitalista della più nota Coca Cola. Negli anni Sessanta fu uno dei prodotti jugoslavi più esportati, e la sua produzione continuò a ritmi importanti fino al decennio successivo, quando la Jugoslavia aprì il mercato ai prodotti occidentali. Negli ultimi anni, anche grazie a campagne pubblicitarie e alla rivisitazione del logo, è tornata in auge, quantomeno in Slovenia. Valerio la adora.

La scorsa domenica però non ci siamo fermati al ristorante. Dietro il locale si trovano una serie di sentieri che ispirano un particolare senso di pace e dai quali si possono raggiungere le famose Grotte di San Canziano e il parco naturale adiacente. Abbiamo poi esplorato il paese e intuito nelle sue vie una storia più lunga e interessante di quanto non lasci intuire quanto si può trovare sul Web (cioè poco, tranne per ciò che riguarda tragici eventi bellici, che in questa sede preferisco tralasciare, essendo motivo di scontri e polemiche che non riguardano questo sito). Statue e iscrizioni sui portici, pozzi antichi, simboli religiosi scavati dal tempo… Una passeggiata che ci ha lasciato il desiderio di capirne qualcosa di più. Ma sul Web, niente. Da qui il mio appello: qualcuno ha informazioni con buone fonti sulla storia meno recente di questo paesino?











Preadolescenza, castelli e tesori nascosti.

Portare un preadolescente a visitare antiche vestigia di castelli sotto il sole cocente dell’estate potrà costarvi una sequela significativa...